Antiquari, Porta Portese e cambiamenti
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Antiquari, Porta Portese e cambiamenti

Venerdì 14 Febbraio 2014
Alessandro Giuliani

Mercoledì scorso ero a Roma, a cena in un ottimo ristorante in zona mercato di Porta Portese. Le vie erano vuote e parte della strada era transennata a causa delle voragini create dalla pioggia degli ultimi giorni. E l'atmosfera dello storico mercato, per questa volta, era proprio al mio tavolo creata dai racconti di un brillante antiquario romano: Roberto. Vicino a me Antonio Conti, di Rete Onu, che mi aveva già avvisato: è una persona incredibile - mi disse - vedrai.

Decine di racconti, circostanziati in maniera assolutamente precisa, sulle sue decennali avventure di antiquario.

Mi racconta di una contessa, caduta in disgrazia, che aveva dei piatti da frutta di Antonibon, li voleva vendere, ma anche no perchè erano un ricordo di famiglia. Mi dettaglia tutta la trattativa, il fatto che lei conoscesse il valore di questi oggetti, ne fosse affezionata ma che non volesse rinunicare al tenore di vita che era abituata a fare. Le persone non sanno fare un passo indietro.



Poi entra nel dettaglio sulla storia di un famoso dirigente di una multinazionale che acquistava da lui degli splendidi lampadari. Quel giorno il dirigente non aveva contanti e Roberto gli diede un lampadario a credito. Perchè se vorrà altri lampadari mi dovrà mandare subito i soldi: lampadari così belli li ho solo io qui a Roma e se non paga rinuncia a comprarne altri. E so che li adora.

Continua con una storia incredibile di uno spazio stipato di cose antiche dove sono serviti decine di tir e di furgoni per vuotarlo e dove erano addirittura stoccate un numero imprecisato di lastre di maiolica, raffiguranti un Gesù, fabbricate - e mai usate - per ricoprire la facciata di una chiesa. A corto di spazio chiede aiuto ad un amico, prendendo un pezzo di locale dove lui lavorava. I soldi che gli davo per lo spazio prestato gli servivano proprio, perchè il suo lavoro non bastava per mantenere tutta la famiglia.

Prosegue con decine di annedoti vissuti direttamente nel suo banco di libri di Porta Portese e inizia a parlare di denaro. Anche un solo Euro rappresenta il sacrifico per guadagnarlo. Per vendere un libro da due Euro o un'opera da cinquantamila ci vuole la stessa professionalità, è una questione di rispetto. Il denaro va sempre rispettato.

Pendevo dalle sue labbra affascinato da un uomo che conosce la storia grazie alle migliaia di oggetti che gli sono passati per le mani. Oggetti del passato, anche parecchio remoto, ognuno dei quali gli ha lasciato un imprintig che nel tempo ha creato una cultura incredibile. Un uomo forte di valori che non si trovano facilmente come la coerenza e la caparbietà. Se insisti puoi raggiungere qualsiasi obiettivo - mi dice e non posso altro che dargli ragione nel mentre di un flashback della mia vita.

Poi parliamo di affari. L'alto antiquariato va ancora bene, parliamo però di oggetti che partono da diecimila Euro a salire, tutto il resto è finito perchè il mercato è cambiato: oggi ci sono i mercatini dell'usato.

Mi racconta quindi che il suo prossimo progetto è quello di aprire un mercatino dell'usato con oggetti in conto vendita da privati. Ha già comprato il locale. Ovviamente il suo approccio è basato sulla sua esperienza e quando inizio a raccontargli la mia, apprezzo immediatamente la versatilità di questa persona. E' pronta ad ascoltarmi per cercare di capire le dinamiche di questo mercato che lui ovviamente conosce poco. Mette da parte tutte le sue convinzioni e diventa bramoso di informazioni. Mi ascolta con attenzione, mi chiede consigli, raddrizza immediatamente le idee che aveva avuto e le ristruttura aggiungendo le mie considerazioni.

In quel momento mi sono reso conto di avere di fronte una persona eccezionale: una di quelle che mette da parte il suo sapere per raccogliere quei pochi chicchi di conoscenza disponibili in quel momento. Non ce ne sono molte fatte così, in giro. In tutti i settori sono molti gli imprenditori che sanno e non ascoltano o che hanno idee discrete ma ignorano i consigli. Perchè loro sanno. E poi si fanno male. Ovviamente addossano la responsabilità dei loro fallimenti ai clienti che non capiscono, alla crisi, o ad altri mille fattori che escludono categoricamente ogni una remota possibilità di mettere in discussione le loro capacità.

Ecco perchè Roberto avrà succeso anche in questo nuovo progetto: vive il mercato, è consapevole che sta cambiando, lo vuole cavalcare e, soprattutto, ascolta.




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