Il Ministro Galletti e i paradossi nel mondo dell'usato
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Il Ministro Galletti e i paradossi nel mondo dell'usato

Sabato 05 Aprile 2014

Galletti ministro ambienteL’altra opzione strategica sulla quale agire è costituita dalla prevenzione, il riciclo e il riuso. Il Programma di prevenzione adottato dal Ministero è solo il punto di partenza di una complessa attività di implementazione delle misure che possono favorire la minore produzione di rifiuti. Per favorire il riciclo e il recupero, è mia intenzione favorire e promuovere le attività imprenditoriali che riutilizzano dei beni di consumo – e con ciò intendo l’industria del recupero, i negozi dell’usato e dello scambio – e residui di produzione, allo scopo di ridurre al minimo l'utilizzo di nuove risorse naturali.

Questo è un passaggio dell'audizione del Ministro Gianluca Galletti, alla Camera dei Deputati, sulle linee programmatiche (2 Aprile 2014) che fa ben sperare sul futuro degli operatori dell'usato, oggi obbligati al pagamento di imposte e tasse alquanto ingiuste.



Chi gestisce un negozio dell'usato non si spiega infatti perchè deve sostenere una tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, calcolata sulla superficie dell'attività, quando il suo lavoro è quello di intercettare e distrarre beni dall'isola ecologica. Il negozio dell'usato pur partecipando attivamente alla riduzione dei rifiuti con operazioni di prevenzione, viene tassato come fosse un supermercato.

Un gestore di un mercatino dell'usato non si spiega nemmeno perchè si deve pagare il 22% di Iva per un servizio relativo ad un bene che, essendo usato, ha già scontato il pagamento dell'Iva, nel momento in cui è stato venduto "da nuovo".

Il titolare di un negozio del riuso fatica anche a capire perchè non può smaltire in isola ecologica, l'eventuale invenduto. Tecnicamente svolgendo la sua attività in nome e per conto di un terzo (privato), non può garantire la "provenienza territoriale" del bene che diventa rifiuto. Le isole ecologiche sono infatti categoricamente riservate ai residenti dello stesso comune e da questo circolo vizioso gli imprenditori ne escono tassati e mazziati.

Chi vuole aprire un mercatino dell'usato non si spiega perchè alcuni comuni considerano l'attività come commerciale, necessitando quindi di uno spazio a destinazione commerciale, ed altri comuni più lungimiranti sono disponibili a considerare la stessa attività come prevalentemente artigianale autorizzando l'apertura in uno spazio artigianale / industriale. Gli spazi industriali si stanno svuotando di aziende, non si potrebbe incentivare il riuso anche di questi spazi, proprio attraverso attività basate sul riutilizzo?

Questi sono solo alcuni dei temi affrontati dalla bozza di riordino legislativo per il mondo dell'usato, elaborata da Rete Onu, la rete nazionale degli operatori dell'usato che raggruppa le migliaia di operatori nelle varie anime: dalle cooperative sociali, al conto terzi, passando per i mercati storici e per i rigattieri.

I presupposti ci sono tutti, la bozza di legge è pronta, approvata dal direttivo Rete Onu. Il Ministero vuole impegnarsi per questo importante settore. C'è più di un motivo per essere fiduciosi ed ottimisti.

Voi che ne pensate?




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