Il Progetto Prisca e le critiche al sistema del riuso
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Il Progetto Prisca e le critiche al sistema del riuso

Domenica 17 Novembre 2013
Alessandro Giuliani

Venerdì 15 novembre 2013 ho partecipato, in rappresentanza di Rete Onu, allo workshop nazionale Progetto Prisca, organizzato nella suggestiva riserva naturale WWF, Cratere degli Astroni, Napoli.

Il Progetto Prisca è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Life Plus Ambiente 2011 e nasce dalla collaborazione tra sei partner dislocati su tutto il territorio nazionale: ente capofila è la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa a cui è affidata la supervisione scientifica e, tra gli altri, è coinvolto anche WWF, responsabile della disseminazione dei risultati.

In pratica l’obiettivo del progetto è quello di studiare un modello replicabile che permetta di trasformare oggetti dismessi in beni da poter riutilizzare, evitando così che diventino rifiuti da smaltire in discarica e recuperare i tanti oggetti presenti nel flusso dei rifiuti che hanno ottime potenzialità sul mercato dell’usato.



La mia presenza, quale consulente tecnico legale di Rete Onu, era finalizzata a far capire agli stakeholder presenti, l’importanza di avviare un percorso legislativo mirato al riordino del settore dell’usato che oggi è stimato in oltre 80.000 operatori, molti dei quali “informali”. Informalità che spesso è causata dall’impossibilità di una regolarizzazione a causa di un vuoto legislativo che non prevede nel nostro ordinamento una figura specifica, che tenga conto del valore sociale, ambientale ed economico di questi operatori.

workshop-prisca

A completamento del ragionamento, aggiungo che gli operatori in regola con le normative attuali:

- Pagano una tassa sui rifiuti solitamente pari a quella di un supermercato per i locali dove espongono i prodotti che spesso sono “distratti” dall’isola ecologica;
- Non possono smaltire l’eventuale invenduto, presso i Centri di Raccolta, in quanto gli oggetti invenduti “potrebbero” non avere la provenienza dallo stesso comune ove è ubicato il punto vendita;
- sostengono l’iva ordinaria (attualmente 22%) per prodotti per i quali l’Iva è già stata pagata al momento dell’acquisto;

Pertanto, allo stato attuale, le previsioni della direttiva europea 2008/98/CE e il recepimento di tale direttiva con il programma nazionale di prevenzione rifiuti sono, allo stato attuale, assolutamente disattese.

Il progetto Prisca, oltre a fornire un tassello importante per quella che viene definita preparazione al riutilizzo ha permesso di creare delle case history di aziende e comuni virtuosi che hanno presentato dei risultati concreti in merito al progetto.

A seguito dello workshop nazionale, si è tenuta il giorno successivo, la prima conferenza nazionale, al Palacongressi della Mostra d’Oltremare di Napoli. Gli stimoli sono stati molteplici e la voglia di evolvere verso una società post-consumistica che valorizzi il riuso, l’eco-sostenibilità e la preservazione del risorse del nostro mondo era palpabile.

Non sono però mancate alcune critiche al “sistema riuso” che sono pervenute in particolar modo da Giuliana Di Fiore, dipartimento di Giurisprudenza, dell’università degli studi di Napoli Federico II.

In particolare la Di Fiore, per quello che ho capito, ha eccepito:

- Che il riuso di un oggetto non è una pratica utile in quando rimanda a tempi successivi lo smaltimento del rifiuto ed è quindi da considerarsi come fosse accanimento terapeutico
- Che mancano forme di garanzia che tutelino i consumatori dall’acquisto di prodotti usati in merito alla questione della sicurezza; 
- Che il riuso toglie risorse agli enti benefici che, con l’usato, possono fare operazioni di solidarietà.

Ha quindi sostenuto che mai e poi mai acquisterebbe un giocattolo usato per i suoi bambini perché potrebbero esserci dei pericoli anche in merito a vernici utilizzate o per la mancanza di verifiche mirate al corretto funzionamento.

Purtroppo la Di Fiore, pur marcando particolarmente questi concetti, non ha ascoltato le risposte che le sono state fornite negli interventi successivi, in quanto ha subito lasciato la sala.




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