Il negozio dell’usato che vorrei
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Il negozio dell’usato che vorrei

Giovedì 30 Gennaio 2014
Alessandro Giuliani

Mi occupo di mercatini dell’usato o meglio di negozi dell’usato. Ho supportato l’apertura di centinaia di punti vendita dell’usato e tutti i giorni sono immerso in questo mondo appassionante. Vedo location, imprenditori, oggetti in vendita. Sento discorsi, confidenze. Noto atteggiamenti e modi di fare.

Oggi ero seduto in un bar assieme a due ragazze che vorrebbero aprire un Baby Bazar. Una di loro mi ha detto: non siamo solo clienti di Baby Bazar, siamo fan!

Questa ragazza, forse inconsapevolmente ha letto la chiave per il successo di un negozio che non è quella di avere clienti, è quella di avere fan. Fan reali, fisici, che frequentano il negozio ed innescano il passaparola con entusiasmo e convinzione. Di fronte a questo entusiasmo mi gaso e in auto, durante il viaggio di ritorno, con il giusto sottofondo musicale, penso al negozio dell’usato che vorrei.



Vorrei un luogo dove sia comodo andare, con un bel parcheggio e con una grande insegna che mi dica che sono nel posto giusto. Vorrei entrare nel negozio ed essere accolto da persone che sorridono, che rispondono alle mie domande con cortesia e professionalità, che mi spieghino il sistema come fosse la prima volta che lo recitano e che mi trasmettano grande passione per ciò che fanno.

Vorrei trovarmi di fronte a persone che sono felici, perché sanno che il loro lavoro è importante e che è il più bello del mondo.

Mi piacerebbe un sacco trovarmi in un negozio che mi trasmetta una moltitudine di sensazioni positive dove sia facile rilassarsi anche durante l’attesa del proprio turno per il carico della merce, guardando oggetti, ascoltando persone, chiacchierando con clienti che diventano facilmente amici.

Vorrei essere pervaso da sensazioni che coinvolgano i miei sensi: profumo piacevole, spazi luminosi, solari e colorati, pulizia, ordine, creatività. Accompagnato da una musica lounge, vorrei apprezzare gli oggetti esposti che vengono sempre valorizzati e ambientati. Cose che ti chiamano, che ti suggeriscono il loro passato, che prendi in mano e osservi attentamente, che parlano attraversandoti la pancia e facendoti rivivere il vissuto.

Che bello potersi sedere su un divano per apprezzarne la comodità, mentre osservi un quadro di un autore sconosciuto e che ha attirato la tua attenzione per la tecnica particolare o per i colori vivaci.

Uscendo dal negozio, la sensazione di aver lasciato un mondo incantato mi rattrista un pochino. Però sono sicuro che per lo staff del MIO negozio dell’usato sono una persona importante, da non dimenticare. Ed infatti mi arrivano e-mail, sms, telefonate che mi ricordano che sono il loro miglior cliente.

Ecco a questo punto mi trasformo e da semplice cliente divento un grande sostenitore, un fan appunto. E non importa quanto ricordi quello che ho visto o quello che ho sentito. Ricordo soprattutto come sono stato e le sensazioni che ho provato.

Eh già, il negozio dell’usato che vorrei è un negozio di successo e alla fine dei conti i titolari questo successo se lo meritano. Dopotutto fanno sentire bene le persone ed in particolar modo me.




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