Stati Generali dell'Usato: il resoconto
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Stati Generali dell'Usato: il resoconto

Domenica 03 Aprile 2011

Si sono conclusi a Torino gli Stati Generali dell'Usato, un incontro tra tutti gli operatori che operano nel mondo del riuso, promosso e voluto da Rete O.N.U. - operatori nazionali usato - e che rappresenta oltre 4.000 operatori del settore.

A seguito dell'approvazione della legge sul riuso ed in vista dei decreti attuativi, previsti per giugno 2011, il settore dell'usato non ha voluto perdere l'occasione di riunirsi per discutere un documento d'intesa che possa permettere l'accesso al tavolo delle trattative per l'elaborazione dei decreti.

Un incontro importante quindi che ha visto la partecipazione di Fabio Guerra, rappresentante del ministero dell'ambiente, oltre che i rappresentanti delle maggiori associazioni ambientali italiane tra le quali WWF e Federambiente

Ospitati nella splendida cornice del Sermig - Arsenale della Pace, il leit motiv delle giornate girava attorno al concetto di opportunità nella circolazione delle merci usate, sottolineando il loro valore d'uso invece che di scambio, per un'economia sostenibile, più a misura d'uomo. Si è sottolineata più volte la necessità di una normativa più moderna, allineata agli altri paese europei, che garantisca estrema dignità al mercato dell'usato.   

Mercatopoli e Baby Bazar erano rappresentati dal sottoscritto, dal nostro consulente legale - avv.to Pietro Amico - e dal nostro urbanista - Maurizio Villa. In più riprese abbiamo ribadito la necessita di operare in termini di informazione / formazione alle famiglie che devono comprendere che possono impegnarsi attivamente per dare una seconda vita ad oggetti che non usano più, reimmettendoli sul mercato attraverso i mercatini dell'usato conto terzi, molto prima che possano in qualche modo prendere la strada dell'isola ecologica. Un comportamento consapevole che permetterebbe un'efficace campagna di riduzione dei rifiuti. Inoltre si è voluto ribadire il concetto di pubblico interesse di questo tipo di attività che, pur a taglio imprenditoriale e quindi commerciale, rapprensentano comunque una grande valenza ecologica e sociale.

Gianni Perbellini, presidente di Mercatino srl, ha ribadito l'impellente necessità di proporre un'identità giuridico-fiscale del mercatino dell'usato, organizzato come Agenzia d'Affari e quindi esercitato per conto di privati terzi e che, allo stato attuale, è ancora lasciata a libere ed arbitrarie interpretazioni.

Gli spunti dei relatori sono stati moltissimi e molto stimolanti. Da Guido Viale - autore del libro La civiltà del riuso - che ha consigliato di abituare i nostri figli a non legare un oggetto ad una specifica funzione in quanto porta inevitabilmente ad una cultura usa e getta, ad Alessandro Stillo - dell'associazione Vivibalon di Torino - che ha affermato con forza che i mercati dell'usato sono mercati di relazione dove ci si riallaccia alla propria storia.

Mi sono molto piaciute le esperienze di Antonio Conti - rete O.N.U. - che ha spiegato che molti ambulanti sono figure che tamponano temporaneamente una situazione di precarietà e di Augusto La Cala - associazione Bidonville Napoli - del quale mi è molto piaciuto lo slogan sul mondo dell'usato: "Fa bene alla tasca, fa bene all'ambiente". Infine Pietro Luppi - direttore del comitato scientifico di Occhio del Riciclone Roma - nella presentazione del libro La seconda vita delle cose, ha fatto notare che la cultura dell''usa e getta è rappresentata da un prodotto creato per trasformarsi nel più breve tempo possibile in un rifiuto e Ilda Curtis - assessore del Comune di Torino - che ha spiegato come, tangibilmente, si possono portare enormi vantaggi al settore dell'usato, lavorando a livello locale e interloquendo con un'associazione coesa, condividendo gli obiettivi.

Complici il tanto atteso clima primaverile o la splendida cornice 'meditativa' ho avuto l'impressione che si siano superate le questioni di principio e che si sia avviato un'inarrestabile processo di coesione tra tutti gli operatori dell'usato che riusciranno a fare della propria diversità il denominatore comune che li unisce, per obiettivi legislativi comuni ma soprattutto per una visione, un po' idealistica, ma ugualmente concreta, di un mondo migliore ed uno stile di vita più sostenibile.




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